Ogni aspetto della cultura simbolistica è categoricamente bandito dalla prospettiva teoretica di Astractura; e si dovrà considerare, necessariamente, il simbolismo, come umo slittamento derivativo e surrettizio nel processo di una visione delle cose che non ispira il proprio abbrivio di intervento ‘nel’ e ‘sul’ mondo ad una concezione intrinsecamente problematica ed interrogante, dal momento che nelle logiche simbolistiche non prevale mai lo spirito ‘critico’ e si afferma, invece, la necessità di adeguamento e di conformazione della creatività dell’artista ad un ‘codice’ preordinato, alieno, indiscutibile ed obbligante.
La scelta ‘geometrica’, allora – anche alla luce, appunto, del rifiuto categorico del simbolismo – è manifestamente indicata come una scelta che si propone – animata da spirito critico – a presidio della libertà creativa, giacché essa garantisce all’artista la possibilità di sviluppare la propria ricerca al riparo dalla sottomissione alla prevaricazione obbligante e dirigistica di precetti e di codici preordinati e più o meno manifestamente imposti.
Proprio, insomma, nell’ossequio ad un indirizzo di ordine analitico che risponde ad una necessità stringentemente logico-geometrica (che potrebbe apparire, ma solo prima facie, inevitabilmente costrittiva e prescrittiva) si afferma, invece, la massima libertà della coscienza creativa dell’artista, dal momento che la concezione di un’organicità logico-geometrica implica, suggerisce e favorisce di non limitare il proprio orizzonte propositivo nelle dinamiche di una concezione geometrica già codificata e, comunque, assiomaticamente fondata (come, ad esempio, quella euclidea), dando, così, forza e legittimazione alla profondità dello scavo eidetico.
Si afferma il suggerimento, piuttosto, di spingersi verso l’additamento di proposte inedite che possano presentarsi come estrinsecazioni inusuali di un’opportunità ordinamentale non necessariamente omologata, ma consapevole, davantaggio, della pregnanza materica come fondamento essenziale dell’opportunità per la ‘oggettività’ di costituirsi in fattore giustificativo della ‘oggettualità’, non disdegnando di considerare come aspetto ‘di valore’ la consistenza decisiva del fattore della imponderabilità evenienziale e, quindi, della ‘preterintenzionalità’ creativa.
Tutto questo costituisce, in estrema sintesi, il portato dell’impianto teoretico del percorso creativo di Astractura, ciò che, evidentemente non pretende di presentarsi in termini impietosamente assertivi ed obbliganti, ma come indirizzo generale ed ampio del fare creativo degli artisti.