La personalità di Francesco Gallo è quella di un artista che ‘nasce’ astrattista ed egli, infatti, praticamente da sempre, attiva un processo di accostamento alla datità delle cose, cercando di individuarne le ragioni più propriamente caratterizzanti.
Nel corso del tempo che precede quello in cui Francesco Gallo aderisce al Movimento di Astractura, la sua personalità appare impegnata ad interpretare le ragioni astrattive secondo una scansione che definiremmo ‘lirico-geometrica’.
Segue un lungo lavorio di impegno molto severo e di ricerca appassionata e sincera, che conduce l’artista a definire una rimodellazione decisamente significativa del suo stesso abbrivio creativo, che assume tutte le prerogative dalla sensibilità linearistica, cronotopica e cinestetica in cui si definisce e si addensa l’identità astracturista.
Lo svolgimento diacronico della attività di questo artista costituisce, quindi, il dispiegamento di una evoluzione di grande interesse, giacché consente di poter osservare come la proprietà della misura teoretica possa qualificarsi in progetto e gesto creativo. Essa si offre non certo come traduzione esplicativa di un disciplinare in atto produttivo, quanto, piuttosto, come opportunità di verifica che la consistenza teoretica di forte consapevolezza che Astractura sa mettere in campo, riesce a determinare una profilatura creativa in cui la autonomia propositiva non è minimamente insidiata da una rigidità prescrittiva. Ed essa si mostra disponibile, piuttosto, a proporsi come terreno di verifica in cui si può osservare come la definizione di una sensibilità individuale possa trovare specchiamento in una processualità logica che è quella di un Movimento come Astractura che, certamente, definisce una profilatura identitaria, senza, per tale motivo, additare come prescrizioni omologanti quegli orientamenti di indirizzo linearistico, cronotopico e cinestetico che costituiscono, titt’altro che dei disciuplinari, delle opportunità progettuali.
Rosario Pinto