Astractura alla Rassegna d’arte Bella Ciao ad Lineadarte Officina Creativa – 2021

Si inaugura domenica 25 aprile la Mostra internazionale del piccolo formato “Ventiperventi – BellaCiao!!”
ci incontreremo per discutere insieme e confrontarci su un evento che ha il sapore della Resistenza e della nuova Resistenza.

Interverrà il Prof. Rosario Pinto, che per questa edizione ci propone una interessante lettura sulla nostra contemporaneità e sulle” Prospettive di contenuto per l’arte del nostro tempo “e gli artisti curatori Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma ideatori della decennale manifestazione . 
Dal giorno 26 la mostra sarà visitabile presso Lineadarte Officina Creativa – Via San Paolo 31 Napoli
L’ARTE NON SI FERMA!!
 
“…‘Bella, ciao’, un saluto che non è necessariamente un addio, al di là del fatto che possa averne il sapore.
È un saluto che si profonde come un canto che si prolunga negli echi della valle, spandendosi di sotto il manto colorato di un campo di fiori, fiori – forse papaveri – immaginabili rossi come il sangue, come l’ardore dell’entusiasmo, come la bandiera di chi lotta per un ideale di democrazia e di pace.
Cosa succede, in questi anni che segnano il volgere verso la fine del secondo conflitto mondiale? Cosa succede quando il popolo assume l’iniziativa di riprendersi ciò che gli appartiene: il proprio destino? Un popolo che si solleva dalle città del Sud, come Napoli e Matera e che si organizza in bande partigiane tra le montagne e nelle valli del Nord?
‘Bella, ciao’! E risuona il canto di gioia quasi a coprire il crepitio delle mitragliatrici, portando con sé un sorriso soffocato nel silenzio della morte, lasciando uomini contro altri uomini, animati non sempre da prospettive individuali e soggettive contrapposte, ma guidati ed istradati a trucidarsi tra loro da prospettive sociali e statuali espressione di interessi concorrenti.
‘Bella, ciao’!, un suono, un canto, un indirizzo di saluto ad una donna, ad un amore che rischia di essere spezzato e spazzato via, con furia animalesca, mentre un altro canto che risuonava in un’altra valle, discosto solo di spazio, ma non di sentire, flautava ‘pietà l’è morta’, cui facevano eco, con tutt’altri accenti, evidentemente, ma con non minore saliente malia, le strofe di ‘Munasterio ‘e Santa Chiara’ del 1945, che narravano la sconfitta, la disperazione dello sconforto per la perdita della speranza stessa e dell’identità di un popolo.”…
Rosario Pinto
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